Spesso sentiamo l’espressione „Sono stressato/a”, e nulla suona insolito, specialmente dopo due anni di pandemia, conflitti militari globali e nell’attesa di una possibile crisi economica. Lo stress prolungato è ciò che ci fa vivere ogni emozione negativa in modo vivido ed esagerato. Se analizzassimo i comportamenti, le credenze e le attitudini personali che avevamo due anni fa e li confrontassimo con quelli che abbiamo ora, noteremmo una serie di cambiamenti, e l’ansia è probabilmente ciò che la maggior parte delle persone ha in comune oggi. Di conseguenza, l’impazienza, l’irritabilità e la rabbia si manifestano più fortemente, e a volte vediamo anche come il nostro modo di relazionarci agli altri ne sia influenzato. Tendiamo a osservare i cambiamenti di umore di coloro che ci circondano, specialmente i membri della famiglia, e li accusiamo di varie mancanze senza rendersi conto dei nostri stessi cambiamenti.
Nei due anni di pandemia, parlando con bambini, adolescenti e genitori, ho scoperto che molte paure sono legate a un futuro che sembra piuttosto imprevedibile su molti livelli e ai problemi di comunicazione che le generazioni hanno, specialmente perché aumenta l’impazienza o l’intolleranza alla frustrazione.
Il mix di emozioni malsane ha cambiato le relazioni e la qualità della vita per molti, ma per quanto siamo consapevoli che questo periodo finirà a un certo punto, è importante sapere come affrontarlo per poter trarre qualcosa da questa esperienza. D’altra parte, molti genitori provano senso di colpa o impotenza perché non sanno quali spiegazioni ragionevoli e rassicuranti offrire ai propri figli riguardo ai conflitti militari o ad altri pericoli discussi in tutti gli ambienti che i bambini frequentano o di cui sentono parlare in televisione. Cosa fare? Innanzitutto, dobbiamo sapere che il passato è il miglior predittore per il futuro, quindi dovremmo guardare come le persone hanno affrontato le sfide nel corso della storia e come noi stessi abbiamo affrontato situazioni difficili. In secondo luogo, è necessario bilanciare le emozioni in modo che, da adulti, possiamo essere di supporto ai bambini. Come raggiungiamo questo equilibrio? Analizzando, temperando e normalizzando le nostre stesse emozioni, e se troviamo difficile farlo, possiamo farlo con l’aiuto di uno psicologo o di un terapeuta. In terzo luogo, dobbiamo prestare attenzione alle piccole gioie o agli obiettivi a breve termine perché, come sappiamo, costruire piani e concentrarsi sulla strategia ci aiuta a bilanciarci emotivamente e a mobilitarci.
Anche se recentemente un genitore mi ha detto di sentirsi naufragato in un oceano di emozioni e di credere di non sapere come affrontarlo, ho notato in ciò che ha condiviso che ha trovato modi adatti per supportare suo figlio. Ciò che all’adulto mancava era il feedback, l’autobilanciamento e l’incoraggiamento a continuare. Quando scopriamo che abbiamo risorse personali inesplorate e una grande capacità di resilienza, è come trovare una cintura di sicurezza, e così, cominciamo a sentirci più sicuri di noi stessi.
Pensa alla tua salute fisica e mentale!
Psicologa-Psicoterapeuta Lorena Diaconescu